
I CREDITORI DELL’IMPRESA IN CRISI: la scelta tra liquidazione e ristrutturazione
La #crisi aziendale tocca il suo apice negativo quando si giunge a uno stato d’#insolvenza, in altre parole quando si riscontra una mancanza di liquidità o di credito o, nei casi più gravi, il valore delle attività è inferiore al valore facciale del debito.
Un #creditore, ad esempio una banca, che si ritrova implicato nell’#insolvenza di un’azienda compie una decisione ottimale se, da un lato, interrompe i rapporti con le imprese in stato d’#insolvenza irreversibile e, dall’altro lato, s’impegna nella #ristrutturazione del debito delle imprese che si trovano in difficoltà transitorie.
La scelta tra le possibilità di #liquidazione e #ristrutturazione dovrebbe essere basata su un confronto tra il valore di #liquidazione e il valore di funzionamento dell’impresa.
In verità per ogni credito ciò che veramente è rilevante non è il firm value, bensì la massimizzazione della quota di recupero del proprio credito. Da un punto di vista economico, ciò significa che la decisione sarà basata su un paragone tra il valore recuperabile del credito in una situazione di #liquidazione dell’impresa e il valore attuale di ciò che si potrà recuperare, una volta che la #ristrutturazione sia portata con successo a compimento, al netto dei nuovi investimenti da finanziare per consentire il risanamento.
Un processo di #ristrutturazione ha come obiettivo centrale il salvataggio delle imprese mediante la previsione di una serie di azioni mirate che, in conformità a un’analisi delle cause che hanno provocato la crisi, vada a incidere sugli elementi di natura industriale e finanziaria della gestione.
Ogni intervento di corporate restructuring, affinché possa raggiungere il proprio scopo e non degenerare in una #liquidazione, deve contemperare gli interessi dei debitori e dei creditori, in primis le banche che, rappresentando in molte occasioni la principale fonte di finanziamento delle imprese, ricoprono una funzione basilare per il buon esito del risanamento.
Le procedure concretamente attivabili finalizzate al salvataggio delle imprese possono essere classificati in due categorie:
- accordi stragiudiziali (corporate workouts);
Le motivazioni che inducono a preferire l’una o l’altra scelta sono strettamente legate all’efficienza e all’efficacia delle #procedure concorsuali in vigore, che possono rendere quasi conveniente il ricorso ad accordi stragiudiziali; infatti, più accentuate sono le mancanze e le distorsioni, in termini di costi, tempi e risultati, delle #procedure concorsuali di risanamento maggiore sarà la convenienza e la propensione dei soggetti coinvolti a risolvere la crisi d’impresa in forma privata.
Davide Tognini
Esperto Contabile da sempre appassionato agli studi economici nell’area della consulenza aziendale sia essa di natura amministrativa, gestionale, finanziaria, tributaria, di auditing, di reporting, nonché nell’ambito delle risorse umane.