
Lo struzzo in azienda
Essendo lo scopo dell’impresa accrescere il valore del capitale economico, le situazioni di staticità o diminuzione del valore sono interpretabili come segnali di potenziali squilibri. Un andamento negativo del valore può quindi derivare sia dall’incapacità di realizzare i flussi di reddito o di cassa attesi, sia dall’aggravamento del livello di rischio delle strategie aziendali.
Nel momento in cui la perdita di flussi risulti “sistematica ed irreversibile senza interventi risanatori o di ristrutturazione” si ha una situazione di #declino.
Il #declino è tra le prime avvisaglie, è la prefazione della #crisi ma cosa avviene? Il titolo di questo articolo è “Lo struzzo in azienda”. Cosa succede quando fai lo struzzo? Quando fai lo struzzo o, in gergo tecnico, vai in evitamento – esperienziale, emotivo, relazionale -, cosa succede?
Succede che non hai la possibilità di fare, vivere, provare quello che avresti potuto fare.
Il tuo cervello registra quella cosa che hai evitato come un qualcosa da evitare, quindi, al prossimo giro, ti ripropone la stessa soluzione. Una volta evitato, ti farà evitare di nuovo, insomma.
Sempre lui, il cervello, registra il sollievo che hai provato nell’evitamento. La prossima volta, ricorderà che evitare dà sollievo e fa stare bene.
Lo hai già capito da te, sei finito in uno di quei circoli viziosi che vorresti evitare – ancora! – come una bavarese panna e cioccolato quando segui una dieta dimagrante. I circoli viziosi hanno questo vezzo: girano su se stessi, in moto perpetuo, offrendo sempre il solito risultato. In questo caso il tuo risultato è l’immobilità causata dall’evitamento che non ti permette di godere le esperienze di vita così come vanno, senza tante aspettative e dubbi. In pratica, se ti trovi nel circolo vizioso, giri in tondo e non cambia nulla.
In coreano esiste una parola, “won”, che rappresenta la sensazione di difficoltà che si prova quando si rinuncia a un’illusione per guardare in faccia la realtà. Ecco, la dedizione al circolo vizioso che ti offre quel senso di tranquilla prevedibilità e confortevole assenza di rischio, è un’illusione.
Conosco un diabetico che, quando esce a cena, mangia sempre il dolce: poi il giorno dopo non fa l’autoanalisi della glicemia per non leggere un risultato troppo negativo. “Occhio non vede cuore non duole”: ma il danno si consolida comunque
L’illusione non ti porta da nessuna parte, hai nascosto il problema a te stesso ed a seguito di questo atteggiamento rischiamo di sfociare in qualcosa di più grave.
La #crisi rappresenta un momento successivo al #declino e si traduce in gravi carenze sul piano dei flussi finanziari sotto forma di #crisi di liquidità, difficoltà nell’accesso al credito e perdita di fiducia degli stakeholders aziendali.
Nei casi più gravi la #crisi è destinata inevitabilmente a sfociare nell’insolvenza, ovvero nell’incapacità di soddisfare regolarmente le obbligazioni, e nel dissesto che rappresenta una condizione permanente di squilibrio patrimoniale irrimediabile, senza l’assenso dei finanziatori a rinunciare alla riscossione immediata dei crediti loro spettanti.
L’illusione porta ad una gestione malsana che presto porta a condizioni aziendali tremende.
La richiesta di aiuto è quindi l’accettazione dello stesso, risultano spesso molto complesse e faticose da attuare. Molti imprenditori infatti sono improntati su un senso forte di autonomia e indipendenza che li porta a non chiedere mai sostegno e a fare di tutto da soli.
Dobbiamo renderci conto che spesso un aiuto non vuol dire essere deboli ma è la rappresentazione di una consapevolezza che ci porta ad essere forti.
Paolo Protto
Da oltre 10 anni lavoro a stretto contatto con le aziende, approfondendo e specializzandomi in turnaround aziendale, redazione di piani industriali e controllo di gestione.